Pesce fresco, lo riconosci solo così | Non solo l’odore e il colore: il dettaglio da controllare sempre quando vai in pescheria
Tutti i segreti e trucchi per capire se il pesce che stiamo per acquistare è davvero fresco oppure no.
La produzione, il consumo, l’esportazione e il valore del mercato ittico in Italia sono dati significativi che riflettono l’importanza del settore per l’economia e la cultura del Paese.
Nel 2022, l’Italia ha prodotto circa 300.000 tonnellate di prodotti ittici attraverso la pesca e l’acquacoltura. La produzione è suddivisa in circa 180.000 tonnellate dalla pesca marittima e circa 120.000 tonnellate dall’acquacoltura, con una forte crescita di quest’ultimo settore negli ultimi anni. Inoltre, le esportazioni di prodotti ittici hanno superato le 100.000 tonnellate, con un valore di circa 500 milioni di euro.
Il mercato ittico in Italia ha un valore complessivo di oltre 3 miliardi di euro all’anno. Questo include sia la pesca che l’acquacoltura, nonché la trasformazione e la distribuzione dei prodotti ittici. Il settore dà lavoro a decine di migliaia di persone, sia direttamente che indirettamente, lungo tutta la filiera produttiva.
Oltre, ad essere grandi produttori, gli italiani si confermano anche grossi consumatori, stando ai dati, il consumo medio è di circa 24 kg per persona ogni anno. Questo dato pone l’Italia tra i maggiori consumatori di pesce in Europa, con un consumo totale annuale che si aggira intorno a 1,4 milioni di tonnellate. Un dato che non dovrebbe sorprenderci, considerando che il pesce è una componente essenziale della dieta mediterranea, contribuendo alla salute e al benessere della popolazione.
Quanto pesce consumare in una dieta equilibrata
Il consumo raccomandato di pesce varia a seconda delle linee guida nutrizionali e delle esigenze dietetiche individuali, ma in generale, le principali organizzazioni sanitarie e nutrizionali forniscono raccomandazioni concordanti.
Per esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di consumare almeno 1 o 2 porzioni di pesce a settimana, incluse almeno una porzione di pesce grasso, come il salmone, il tonno, le sardine o il sgombro, che sono ricchi di acidi grassi omega-3. Ovviamente è importante che si tratti di pesce fresco e di qualità, ma come fare per riconoscerlo?
Come capire se il pesce è fresco
Per verificare la freschezza del pesce, è bene controllare che abbia branchie rosse e umide, pelle lucida e corpo rigido. Poi andrebbe annusato: il pesce deve avere un odore delicato e marino, mai pungente. Le carni devono essere sode e ben aderenti alle ossa, con un colore brillante. Assicuriamoci anche che il pesce sia conservato su ghiaccio o refrigerato, e individuiamo rivenditori di fiducia che rispettano le norme igieniche. Inoltre, si può sempre chiedere la data di cattura per un’ulteriore conferma della freschezza.
Ma il vero indicatore sulla freschezza del pesce è dato dagli occhi che devono essere chiari, trasparenti e brillanti. Gli occhi sporgenti e pieni indicano che il pesce è fresco. Se gli occhi sono opachi, torbidi o infossati, invece non lo è. Confrontiamo inoltre gli occhi di diversi pesci per rilevare eventuali differenze. Questo semplice controllo visivo ci aiuterà a scegliere a colpo sicuro del pesce di qualità.