Home » Olio per friggere, stai giocando con la tua salute: “Disturbi neurologici” | I risultati allarmanti dello studio

Olio per friggere, stai giocando con la tua salute: “Disturbi neurologici” | I risultati allarmanti dello studio

Olio per friggere rischi per la salute
Olio per friggere rischi per la salute. Depositphotos. Streetfoodnews.it

Un nuovo studio dimostrerebbe la correlazione fra alcuni disturbi neurologici e l’utilizzo dell’olio per friggere in questo modo.

L’olio è una sostanza grassa liquida estratta da piante o semi oleosi tramite pressione o estrazione chimica. È un elemento cruciale nella cucina e nella nutrizione umana, poiché fornisce energia e nutrienti essenziali.

Gli oli sono una fonte concentrata di energia, con circa 9 calorie per grammo, e forniscono anche acidi grassi essenziali, come gli acidi grassi omega-3 e omega-6, che il corpo umano non può produrre da solo ma deve assumere attraverso la dieta. Questi acidi grassi sono cruciali per la salute del cuore, del cervello e del sistema nervoso.

Inoltre, gli oli contengono vitamine liposolubili, come la vitamina E, che agisce come antiossidante, proteggendo le cellule dai danni dei radicali liberi. Alcuni oli, come l’olio di semi di lino, sono anche ricchi di acido alfa-linolenico, una forma di omega-3 che può aiutare a ridurre l’infiammazione e a migliorare la salute cardiaca.

Le differenze tra le varie tipologie di olio sono significative e dipendono principalmente dalla fonte da cui vengono estratti, dai metodi di estrazione e dalla lavorazione.

Le diverse tipologie di olio

Le tipologie di olio più comuni includono l’olio di oliva, l’olio di semi di girasole, l’olio di mais, l’olio di cocco, l’olio di avocado e l’olio di semi di lino, ognuno con le proprie caratteristiche e benefici distinti. Ad esempio, l’olio di oliva è ricco di acidi grassi monoinsaturi e antiossidanti, ed è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiache e infiammazioni. L’olio di cocco è ricco di acidi grassi saturi a catena media ed è noto per i suoi potenziali benefici per la salute del cervello e del cuore, nonché per le sue proprietà antimicrobiche.

Una distinzione cruciale è il punto di fumo, la temperatura in cui un olio inizia a bruciare. Gli oli con un punto di fumo più alto sono adatti alla cottura ad alte temperature, mentre quelli con un punto di fumo più basso sono meglio utilizzati a temperature moderate o basse. Ad esempio, l’olio extravergine di oliva ha un punto di fumo relativamente basso, ideale per condimenti e cotture a bassa temperatura, mentre l’olio di semi di girasole ha un punto di fumo più alto, adatto per friggere.

Riutilizzare l'olio perché no
Riutilizzare l’olio, perché no. Depositphotos. Streetfoodnews.it

La relazione tra olio e disturbi neurologici

Di recente l’Università dell’Illinois di Chicago ha pubblicato uno studio dedicato proprio alla reazione dell’olio ad alte temperature e spiegato perché l’olio di frittura non va mai riutilizzato. In pratica, quando riscaldato, l’olio tende a rilasciare alcune sostanze riconosciute come cancerogene e a distruggere preziosi sostanze benefiche tra cui gli antiossidanti naturali, come confermato anche dai dati forniti dall”Airc, l’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro.

Al momento, lo studio, che ha visto la collaborazione anche dell’Università del Tamilnadu in India, è stato effettuato sui ratti e ha riguardato l’olio di sesamo e l’olio di girasole. E gli esperti hanno infine decretato: “La frittura ad alte temperature è stata collegata a diversi disturbi neurologici, ma non sono state condotte indagini a lungo termine sull’influenza del consumo di olio fritto e sui suoi effetti dannosi sulla salute”. Probabilmente, la cosa più inquietante è che i disturbi neurologici sono stati riscontrati anche nei cuccioli delle cavie.