Home » Addio Vino, in italia si coltiveranno datteri: le tragiche ipotesi dei meteorologi

Addio Vino, in italia si coltiveranno datteri: le tragiche ipotesi dei meteorologi

vigneto vigna vino
L’Italia è il primo produttore al mondo di vino. (Streetfoodnews)

Il vino è sicuramente uno dei prodotti di punta del Made in Italy, ma i viticoltori lanciano l’allarme.

In Italia, ogni anno, si producono quasi 50 milioni di ettolitri di vino – tra bianco, rosso e rosato – cifre che fanno del nostro Paese il primo produttore al mondo.

Guardando la distribuzione sul territorio, sono 24 milioni di ettolitri prodotti al Nord, 22 al Sud, 5 al Centro. La regione in cui si produce più vino è il Veneto (11 milioni di ettolitri), seguito da Puglia (9,7) ed Emilia Romagna (6,6). Sale al massimo storico la produzione di vini DOC che rappresentano il 45% della produzione. In aumento anche la produzione di vino bianco che ha raggiunto il 58% del totale di vino prodotto in Italia.

Questo soprattutto dovuto ad un aumento impressionante della richiesta di prosecco che, nel 2022, ha raggiunto i 46 milioni di litri venduti. Il prodotto tipico di Friuli Venezia Giulia e Veneto sta conquistando il pubblico di tutto il mondo.

Nonostante il primato della produzione, l’Italia non è il Paese che esporta di più. Nel 2021 la Spagna ha esportato 23 milioni di ettolitri di vino, a fronte dei 22 esportati dall’Italia.

Addio vino, arrivano i datteri

L’allarme arriva da Luca Mercalli, meteorologo, che in un’intervista alla Stampa ha parlato dell’aumento delle temperature dell’estate 2023. Secondo ai dati del Cnr, già giugno è stato tra i più caldi degli ultimi 220 anni, anche se il fatto che sia stato nuvoloso ha fatto sembrare la temperatura più bassa di quella effettiva.

“Il pianeta sta dando i numeri, con conseguenze gravissime per l’agricoltura, l’energia, la salute, le migrazioni -avvisa Mercalli – La vita cambierà completamente. Si pensi ai vigneti del Piemonte, che non ci saranno più, coltiveremo datteri”.

Temperatura caldo estate
L’aumento della temperatura mette a rischio i vigneti. (Streetfoodnews)

Gli effetti del clima sull’agricoltura

Sicuramente, quella di Mercalli è una provocazione, ma in realtà “un grosso anticiclone africano domina la nostra penisola, ormai dopo il 2003, è diventato una presenza costante nelle nostre estati”. L’estate del 2003 è stata particolarmente calda, poi però il fenomeno è cominciato a diventare sempre più frequente, temperature sopra la norma si sono registrate nel 2015, nel 2017, nel 2019 e nel 2022.

L’estate 2023 si annuncia come la più calda degli ultimi decenni, per la prima volta si sono raggiunti i 40 gradi in grandi città come Torino, Milano e Parigi. Anche fuori dall’Europa la situazione non è migliore, con i 50 gradi raggiunti in Cina e in Canada. Ad allarmare è anche l’aumento di temperatura degli oceani, soprattutto l’Atlantico, il cui livello continua ad alzarsi al ritmo di 4,6 millimetri all’anno, un massimo storico mondiale.